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I tesori del Duomo di Milano

La "Veneranda Fabbrica del Duomo",con i suoi sei secoli alle spalle, continua ad affascinarci. Riproponiamo in queste pagine alcuni oggetti rappresentativi di un universo molto diversificato per tipologia e contenuti storici ed artistici. Come dalle parole di mons. Angelo Majo, Arciprete del Duomo; "il Duomo di Milano non è soltanto splendido monumento d'arte e di fede, ma è anche scrigno d' incomparabile valore. Avori, vasi sacri d'oro e d'argento, paramenti, stendardi, arazzi - in gran parte donati da ecclesiastici, nobili e principi - sono offerti all'ammirazione dei visitatori in alcuni locali attigui allo scurolo di San Carlo, per la verità piuttosto angusti, mentre la parte più cospicua, sotto il profilo quantitativo, è conservata nelle sacrestie capitolare e aquilonare purtroppo inaccessibili al pubblico". Brillanti, pietre ornamentali e gemme preziose arricchiscono le suppellettili sacre custodite nel Tesoro che per la prima volta nel 1977 sono state descritte da esperti in un inventario. Recentemente il CISCEM (Centro Informazione e Servizi Gemmologici della Camera di Commercio di Milano), ha analizzato dal punto di vista gemmologico le opere,avvalendosi di metodi non distruttivi. Tramite strumenti che vanno dalle semplici lenti a vari ingrandimenti, ai rifrattometri per la determinazione dell'indice di rifrazione, alle lampade UV per la verifica della presenza di fluorescenza, ai calibri, alle bilance di diversa portata e precisione, fino all'utilizzo dello stereomicroscopio con analizzatore e polarizzatore per "scrutare" all'interno delle gemme, gli analisti dei CISGEM hanno determinato la natura dei preziosi in esame. Tra i pezzi di maggior pregio esposti nel Tesoro, citiamo la coperta d'evangeliario detta " Dittico delle cinque parti" perché composta da due valve ognuna delle quali è formata da 5 lamelle lavorate a bassorilievo; la Capsella argentea di San Nazzaro (sec.IV); l'evangeliarlo di Ariberto (sec. XI); le due statue in argento, tempestate di pietre, di sant'Ambrogio e di San Carlo (sec. XVIII) dono degli orafi milanesi ora collocate, dopo il restauro, vicino al ciborio nel rinnovato presbiterio del Duomo. Di particolare interesse il Pastorale realizzato nel 1881 dalla ditta Mellerio donato all'arcivescovo Luigi Nazari da Calabiana in occasione del suo giubileo sacerdotale. Il riccio è a doppia voluta e circoscrive un agnello con la croce in argento dorato. Su ogni lato sono incastonate 17 ametiste di forma rotonda taglio cabochon di misura crescente verso il centro della voluta, sul pomo sono incastonate quattro ametiste accanto a quattro medaglioni con smalto che raffigurano i santi Pietro, Ambrogio Carlo e Luigi. Molto bello il calice Airoldi realizzato da artisti siciliani nel XVIII secolo, donato allo scurolo di San Carlo da Carlo Francesco Airoldi, vescovo di Edessa e nunzio apostolico della repubblica di Venezia. Il fusto è di rame dorato, la coppa in argento con l'interno dorato. Di delicata lavorazione la decorazione in corallo arancione-rosso cupo, di provenienza mediterranea con soggetti a foglia, angeli e teste di cherubini. Dal 1985 il Tesoro del Duomo conserva la Croce di Chiaravalle, un oggetto dalla costruzione complessa, lavorato davanti e dietro con lamine d'oro e d'argento cesellate, a filigrana con centinaia di gemme di varia natura incastonate, Secondo la tradizione, la croce fu donata nel '822 da Ludovico il Pio, ultimo figlio di Carlo Magno e subì nel corso dei secoli diversi restauri fino il 1799, quando fu acquistata dal Capitolo di S. Celso per conservarla nel tesoro del santuario. Il CISCEM ha analizzato diverse gemme tra le quali diversi vetri artificiali di vari colori, 80 granati, 80 corindoni naturali varietà zaffiro, due rubini naturali, diversi quarzi con inclusioni verdi e del diaspro rosso. Di raffinata fattura, infine, l'ostensorio ambrosiano della famiglia nobile Castiglioni, usato un tempo per la processione del Corpus Domini. La particolarità sta nella teca e nella sfera che regge la croce d'oro realizzate in cristallo di rocca, nelle numerose gemme naturali definite dal CISCEM in zaffiri, rubini naturali e perle gialle naturali e nelle, decorazioni a forma di foglia smaltate. A disposizione degli interessati il CISCEM Cciaa ha pubblicato un volumetto descrittivo con i risultati delle analisi ed i cenni storici di alcuni dei più belli tra i pezzi del Tesoro del Duomo di Milano.
Copertina dell'evangelario di Ariberto d'Intimiano
Calice Airoldi di rame dorato, argento con decorazioni in corallo della seconda metà del XVII secolo.
Pastorale dell'arcivescovo Luigi Nazari da Calabiana d'argento dorato con ametiste e smalti
Particolare del piede dell'ostensorio della famiglia Castiglioni